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Reinserimento sociale dopo malattia mentale: a Gubbio nasce il progetto “Casa mia”

Promosso dall’associazione Crisalide e realizzato grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia

GUBBIO (Perugia) – Il 21 marzo è stato presentato in una abitazione di Gubbio il progetto “Casa Mia”, una esperienza residenziale finalizzata al reinserimento sociale di persone con disagio psichico, promossa dall’associazione Crisalide Onlus e realizzata grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e alla collaborazione del Centro di Salute Mentale Alto Chiascio della Usl Umbria 1, dei Servizi sociali del distretto Alto Chiascio e del Comune di Gubbio, comune capofila Zona sociale 7, oltre che dei familiari e dei cittadini.

Il progetto è rivolto ad un gruppo di 6 persone che, in uscita dal percorso psichiatrico, sono andate a vivere in autonomia, con il supporto, per le attività domestiche, di personale da loro stessi assunto. Nel progetto, gli Amministratori di sostegno e i volontari dell’Associazione partecipano attivamente nella vita della casa. I Servizi Sociali e Sanitari garantiscono gli interventi domiciliari.

«Il progetto Casa Mia è stato promosso nel 2017 dall’Associazione Crisalide Onlus – ha detto la presidente Amalia Venturini – che è attiva nel volontariato a favore di persone con disagio psichico, nell’ambito della convenzione con l’USLUmbria1. A fronte della fatica fatta grazie alla collaborazioni di tanti soggetti con grande soddisfazione oggi vediamo i risultati: attraverso il piacere espresso da coloro che vivono nella casa, attraverso l’accoglienza avuta dal vicinato con cui ogni giorno veniamo in contatto, e attraverso la serenità dei familiari che, riprendendo una loro dichiarazione, esprimono contentezza nel vedere i propri congiunti ‘vivere una vita di qualità’ con ‘le chiavi di casa’».

Insomma, «un progetto che appartiene alla comunità», come ha detto la dottoressa Deanna Armellini, responsabile del Centro di Salute Mentale Alto Chiascio, sottolineando il lavoro sinergico dei diversi soggetti della collettività coinvolti. Il direttore sanitario della Usl Umbria 1 dott. Pasquale Parise ha espresso a nome di tutta l’Azienda una grande soddisfazione per progetti di questo tipo, «che realizzano in pieno lo spirito e le direttive proposte della legge 180, permettendo, allo stesso tempo, una migliore allocazione delle risorse e una possibilità di vita migliore per coloro che ne usufruiscono».

«Si tratta di restituire la piena autonomia alla persona – ha detto il vicesindaco Rita Cecchetti – un risultato dietro al quale c’è un lungo e continuo lavoro di integrazione tra i vari soggetti coinvolti: “laddove c’è una comunità e ci sono servizi competenti e qualificati, gli obiettivi si raggiungono».

Il direttore di dipartimento di Salute mentale, Maria Patrizia Lorenzetti, ha sottolineato: «Garantire risposte appropriate e tempestive, in tutte le fasi della malattia, è l’obiettivo del nostro sistema di servizi: disponibilità di strutture e posti letto per le fasi acute (posti di SPDC e comunità terapeutiche) e percorsi di vita e di inclusione sociale per affrontare le difficoltà della ‘ripresa’, una volta superato il periodo più critico della malattia. ‘Casa Mia’ – continua – è un progetto di ‘residenzialità leggera’, una esperienza abitativa che permette alle persone che hanno un vissuto di malattia mentale, anche lungo, di emanciparsi e di riprendere in mano le proprie scelte di vita a partire dalla casa, diventando soggetti attivi, protagonisti responsabili della propria vita ‘alla pari’ di tutti gli altri cittadini».

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